Trasfigurare

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UMANESIMO DIGITALE 7-11 SETTEMBRE

Nella settimana che va da lunedì 7 a venerdì 11 settembre si parla della quinta via del nuovo Umanesimo, quella del trasfigurare.

Riflettono su questo tema Domenico Anastasi, presidente diocesano dell’Azione cattolica di Palermo, e Monsignor Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, intervistati da Filippa Dolce.

Nei suoi interventi, da lunedì a giovedì, Domenico Anastasi ha introdotto l’argomento parlando del Convegno ecclesiale nazionale, che ha voluto affrontare il profondo mutamento della società concentrandosi soprattutto sull’aspetto relazionale della vita. Nella via del trasfigurare convergono le altre quattro: uscire, annunciare, educare e abitare. In questa via si vede il divino che traspare nell’umano. Un percorso, quello indicato dal Convegno, che ripercorre attraverso le parole di Papa Francesco il suo cammino missionario e la testimonianza di ogni credente, chiamato a raccontare l’umanità di Cristo.
Ci si è interrogati anche su come le celebrazioni domenicali portino il credente a una trasfigurazione. In questi decenni si è assistito a un graduale avvicinarsi della messa alla gente, prima attraverso il passaggio dal latino all’italiano e in seguito a una maggiore concretezza dell’omelia alla vita dell’uomo. Noi tutti siamo chiamati a una riflessione quotidiana, a un periodo di sosta che, attraverso la preghiera e il raccoglimento, ci conduca a Cristo.
Nel corso della settimana, si è inoltre discusso di multiculturalità ed educazione alla Fede: bisogna partire da Cristo per parlare a un’umanità ferita, che vive la crisi della contemporaneità, a cui manca il coraggio di analizzare la vita. Attraverso la testimonianza e la frequentazione, il credente porta Cristo nella propria esistenza, con una cultura dell’accoglienza. La trasfigurazione si fa amore. Del resto, l’interculturalità nel nostro Paese ha profonde radici storiche e oggi le classi scolastiche sono spesso uno splendido esempio di integrazione portato avanti con spontaneità dai più piccoli. Ognuno di noi è chiamato a essere maestro verso il prossimo: un prossimo a cui avvicinarsi e donare con amore disinteressato.
Nella celebre parabola del figliol prodigo ci è più facile identificarci con il figlio pentito che ha sperperato (anche noi sperperiamo spesso i doni del Creato) o dell’altro figlio: più difficilmente ci si identifica con il padre. Ci sono però fulgidi esempi di persone che vivono quotidianamente il Vangelo e che vivono la dimensione del genitore accogliente: padre Puglisi fu uno di questi.

Nel suo intervento di venerdì 11 settembre, Monsignor Salvatore Gristina ha parlato di trasfigurare come di un termine che rende molto bene il significato del Convegno ecclesiale nazionale e le sue finalità. La trasfigurazione è un dono elargito dal Signore risorto. Un’azione divina che rende anche noi partecipi, purché siamo disposti a viverla quotidianamente. Quella del trasfigurare è l’ultima via del percorso indicato dal nuovo umanesimo, scandito dalle quattro fasi precedenti: uscire, annunciare, educare e abitare. È quindi necessario attraversare ciascuna di queste tappe, imprescindibili se si vuole arrivare alla fine dell’intero percorso, da vivere con forte e gioiosa perseveranza.

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