Come rendere umana la medicina del futuro?

verso_un_nuovo_umanesimo

UMANESIMO DIGITALE 27-31 LUGLIO

Come rendere umana la medicina del futuro? È il tema di questa settimana per “La via della Sicilia per convenire a Firenze 2015”.

Le riflessioni, raccolte da Filippa Dolce, sono di Paola Geraci, medico della Pastorale della Salute di Palermo, e di Mario Affronti, medico dell’unità di Medicina della migrazione dell’Università di Palermo.
Nei suoi interventi, da lunedì a giovedì, Paola Geraci affronta il tema della visita agli ammalati – dovere di ogni uomo e di ogni cristiano –  partendo dalla frase di Matteo: Signore, quando mai ti ho visto malato e ti ho visitato?


Molto spesso si va convinti di dare qualcosa e si riceve molto, la ricchezza dell’esperienza del dolore. Il compito di chi si avvicina al malato è l’ascolto, la comprensione e il richiamo della presenza del Signore. Accogliere le esperienze dolorose è molto difficile, come ha sottolineato Giovanni Paolo II nell’enciclica “Salvifici doloris”. Spesso è anzi più difficile accettare la sofferenza delle persone care rispetto alla nostra. È Gesù in croce a dare un senso al dolore, ed è importante non rifuggirne ma partecipare insieme a chi sta soffrendo.
Altro tema è curare e prendersi cura anche quando non si può guarire. In fase terminale si ricorre alla medicina palliativa, un valido aiuto per raggiungere l’esito della vita in modo umano e dignitoso. E se i farmaci aiutano in questo senso, la Chiesa può e deve aiutare l’uomo a incontrare la propria fase della vita.
Il Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze sarà utile anche ad approfondire le modalità di assistenza in modo da preservare la dignità umana di fronte alla malattia, dalle diocesi alle singole parrocchie. La richiesta formulata nel corso di questa riflessione è proprio quella di portare il nuovo umanesimo anche nelle realtà più piccole.


A intervenire nelle riflessioni del venerdì è stato Mario Affronti.
Oggi viviamo in un contesto mutevole, in cui affiorano nuove fragilità della natura umana e una forte diseguaglianza. Nella sanità, la condizione economica del paziente fa sempre più la differenza. Ciò avviene anche per i Paesi: se in quelli ricchi l’aspettativa di vita è alta ed è stata abbattuta la mortalità infantile, in quelli poveri non è cambiato nulla.
Occorre quindi cambiare il pensiero che fa della sanità un mercato e del paziente un cliente, ricordando che quello alla salute è un diritto riconosciuto dalla Costituzione italiana. Anche in Europa, sempre più una fortezza inespugnabile, deve farsi strada il concetto di solidarietà per una sanità samaritana, più equa e responsabile. 

Share